Ti va di sentire il rumore cha fa il vento mentre soffia furioso, o quando si appoggia, placido, sui campi della pianura di Monasterboice ?
Ti capiterà di incontrarlo, questo vento, proprio mentre ti allontani da Dublino e poi non ti abbandonerà più, per tutto il viaggio ti accarezzerà o ti strapazzerà, ma in ogni caso, sarà con te.

Dublino
è come te la immagini, colorata, musicale, contaminata dal mondo esterno

facciata di una casa di Dublino

e con la biblioteca del Trinity College che profuma di antico.

la biblioteca del Trinity College

D’antico profuma anche Monasterboice che incontrerai sulla strada che porta a Belfast; tra le quattro croci celtiche, una per ciascun punto cardinale, potrai fermarti per ascoltare la loro storia e, se ti piacerà sederti tra le sue rovine, sentirai il vento, il vento che corre e che poi, stanco  si siederà nella pianura per ascoltarti.

le rovine di Monasterboice

E quando la segnaletica a terra diventerà bianca, allora saprai di essere nell’Irlanda del nord. E anche lei sarà come te la immaginavi, sì, la vedrai silenziosa, strapazzata dal vento gelido del mare che corre veloce sopra la pianura salendo da dietro la costa di rocce altissime del sentiero dei Giganti, le cui porte aperte e immense, ti sorprenderanno per l’audacia;

Il sentiero dei Giganti

e quel vento lo troverai perfino tra le case di Belfast, tra i mattoni rossi di quelle villette basse, uguali, duplicate all’infinito, fino a quando, una larga strada e un muro col filo spinato ti fermerà: e lì vedrai le porte, pesanti e grigie come quelle di una fortezza, il sangue, gli occhi dei morti sembreranno essere lì … e come dimenticare la follia umana, i diritti civili calpestati, quei murale, laggiù sul muro, raccontano di loro.

Belfast

 

E nemmeno il nostro lento camminare sopra le mura di (London)Derry in una giornata con il sole, ti potrà rasserenare: quel vento gelido alzerà l’acqua del fiume che scorre cupo sotto il ponte della Pace  e ti colpirà il viso con piccole gocce di ghiaccio, perché anche lì, quelle stecche di case uguali duplicate all’infinito, le vetrate della City Hall e i murales che narrano la storia, sono lì congelati nel presente, inseriti nell’ambiente, senza nemmeno la possibilità di sbiadire, nemmeno quando la campagna circostante, verde e coltivata viene illuminata  dai raggi del sole che, magicamente, riescono a tranquillizzare quel vento furioso.

ponte della Pace